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Soldi e felicità: che relazione c'è?

educazione finanziaria Feb 27, 2021

Mi piacerebbe poterti dare una visione del tutto romantica della vita e dirti che i soldi non hanno nulla a che vedere con la felicità, ma sarebbe una bugia. E bella grossa anche.

 

In questo articolo scopriamo le cifre che contribuiscono alla felicità e quelle che invece la ostacolano. Parleremo più che altro di soglie minime e massime e di ciò che comporta raggiungerle, superarle o non avvicinarsi nemmeno.

 

Se mi segui da un po' sai che considero il denaro un mezzo, non un fine.

Nella mia missione di diffusione del concetto di libertà finanziaria infatti, mi impegno proprio a trasmettere questo messaggio: dobbiamo puntare a guadagnare quanto serve per vivere una vita serena, che ci permetta di fare ciò che ci rende felici.

Accontentarsi di un reddito inferiore significa limitare quella libertà di cui abbiamo bisogno per vivere dando piena soddisfazione ai nostri desideri, ma guadagnare molto di più può indurci a cadere in un altro tipo di trappola: la gabbia dorata.

 

Ci sono persone estremamente facoltose che vivono nell'illusione della ricchezza, eppure sono così impegnate da non avere il tempo di godersi il loro denaro e le persone che amano.

La domanda da porsi quindi è: siamo sicuri che bisogna ambire a guadagni illimitati?

Scopriamolo insieme.

Io sono dell'avviso che melius abundare quam deficere, ma è utile tenere a mente alcuni parametri forniti dall'Università di Purdue, situata in Indiana, negli USA.

 

Uno studio condotto su un vasto campione di persone provenienti da svariate parti del mondo - poco meno di due milioni appartenenti a 164 diversi Paesi - ha rivelato le cifre che rappresentano il reddito ideale.

La maggior parte delle persone interpellate ha attribuito al denaro una funziona prettamente pratica, motivo per cui, una volta soddisfatti i bisogni primari – compresa l'istruzione e la salute – e aver garantito la sicurezza del presente e del futuro, a parte concedersi qualche sfizio non emergevano molte altre necessità.

Quasi nessuno sentiva il bisogno di avere accesso a enormi conti bancari: il desiderio principale era quello di poter gestire il tempo a proprio piacimento, in particolare coltivando le relazioni interpersonali.

 

In pratica la gente vuole poter vivere la vita a modo proprio - senza doversi preoccupare dei conti da pagare -, facendo ciò che ama in compagnia delle persone che ama. La vera felicità risiede nelle piccole cose per cui non servono soldi ma presenza, partecipazione, condivisione.

Il denaro è un po' come una cassa di risonanza: amplifica le esperienze.

 

Tu hai mai calcolato quanto dovresti guadagnare per essere sereno dal punto di vista finanziario?

Pensaci un attimo e fai mente locale sul tuo reddito attuale, su ciò che a tuo avviso ti serve e sul valore che ha.

Puoi affermare di non avere più alcun desiderio o senti che ti manca ancora qualcosa, per quanto poco possa essere?  

Probabilmente hai già un buon tenore di vita e pensi di non doverti lamentare, soprattutto in questo periodo, ma se l'idea di migliorare la tua posizione economica ti riempie di entusiasmo, vuol dire che c'è ancora qualche margine di miglioramento e non c'è niente di male nel volerlo colmare.

Avere delle ambizioni è un'ottima spinta propulsiva verso il benessere.

 

Sei curioso di conoscere le cifre della felicità?

Andrew T. Jebb, attore principale di questa enorme ricerca, rivela dati molto interessanti.

Più che di cifre precise parla di range all'interno dei quali è bene sostare e di limiti che non è utile superare.

 

I risultati dello studio ci dicono che il reddito individuale ideale si aggira intorno ai 95.000 dollari, ma già tra i 65.000 e i 75.000 dollari si raggiunge un livello di benessere emotivo più che soddisfacente.

Si prende in esame il reddito individuale perché fare i calcoli relativi a un nucleo familiare comporterebbe una serie di variabili molto più complesse da gestire.

 

È ovvio però che una statistica deve generalizzare e che questi numeri possono apparire eccessivi in alcuni casi come poveri in altri; la matematica è fatta così, bisogna sapere interpretare i dati inserendoli nel contesto appropriato.

 

Inoltre è importante tenere conto del fatto che la posizione geografica influisce in modo piuttosto marcato sulla percezione di tali cifre. I Paesi occidentali infatti, in genere più benestanti e orientati a un tipo di società in cui il consumismo è la norma, tende ad avere esigenze economiche più pressanti rispetto a civiltà più semplici e più povere.

Ma anche all'interno di realtà occidentali esistono differenze significative: lo stesso reddito guadagnato a New York o in un paesino della Louisiana ha un impatto molto differente sul budget familiare.

In ogni caso noi italiani, che facciamo decisamente parte del mondo occidentale e sguazziamo nel consumismo, possiamo dirci, in base a questa ricerca, piuttosto al di sotto degli standard minimi.

 

I dati ci dicono infatti che nel nostro Paese solo l'1% della popolazione arriva a guadagnare le cifre della felicità; il reddito medio pro-capite ammonta a circa 21.000 euro e questo ci posiziona in una fascia non particolarmente gioiosa.

Per fortuna il popolo italiano la gioia di vivere ce l'ha nel sangue; certo è che una spintarella economica non guasterebbe.

 

Intorno a questo argomento si sono poi sviluppate numerose altre ricerche, ognuna delle quali partita da differenti prospettive, ma in linea di massima tutte concordi nel dire che non avere abbastanza denaro o averne troppo, porta a un livello di felicità inferiore rispetto a quello che si prova posizionandosi nella fascia intermedia.

 

A quando pare stare sotto i 30.000 dollari o sopra i 100.000 è fonte di ansia, sebbene per motivi differenti. Da una parte il timore di non riuscire a provvedere a sé stessi; dall'altra la dipendenza dal guadagno, le maggiori aspettative sociali e anche il crescente ammontare delle spese che accompagnano sempre i redditi molto elevati.

 

Il denaro quindi non è niente di più che un mezzo ed è giusto averne quanto basta per essere felici, sereni e liberi di fare ciò che desideriamo.

 

Il vero livello di benessere di una nazione infatti non si calcola solo in base al PIL, ma anche tenendo conto di quei fattori che nutrono le persone in maniera differente dal cibo. Senza considerare il fatto che dati espressi in forma aggregata come il PIL non sono in grado di fornire informazioni sul modo in cui la ricchezza sia distribuita all'interno del Paese, cosa che raramente avviene in proporzioni eque.

 

In ogni caso, se vuoi fare due conti e stabilire un obiettivo a cui puntare per garantire la tua felicità, stampati bene in mente questa cifra: 80.000 dollari (circa 66.000€) l'anno e il gioco è fatto.

 

Ora non ti resta che decidere come integrare il tuo reddito fino a farlo arrivare a quella soglia.

Io un'idea ce l'avrei! 😉 

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